Alessia e Biagio sono fra i primi studenti italiani a varcare le soglie del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, grazie al nuovo programma Erasmus Italia. Alessia Ambroso proviene dall’Università Federico II di Napoli, è iscritta a scienze biologiche e lavora ad una tesi sulla sclerosi multipla sotto la guida della professoressa Elisabetta Ferraro. Anche Biagio Auriemma è napoletano e frequenta la stessa università: è a Pisa per un progetto sulla malattia di Alzheimer condotto nel laboratorio del professor Marco Onorati.
Sono dunque loro i pionieri del programma di mobilità nazionale Erasmus Italia varato lo scorso anno e ora entrato nel vivo grazie a un piano di accordi siglato dall’Università di Pisa con gli atenei di Pavia, Padova e Federico II di Napoli, e convenzioni singole con Roma Tre, Salento e Torino. Il programma, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca, consente a studenti di laurea magistrale o a ciclo unico di svolgere un periodo di studio da tre a sei mesi in un’altra università italiana, con una borsa di mobilità mensile di 600 euro.
“Gli studenti e le studentesse arrivati a Pisa in questo semestre sono ad oggi diciassette – ha commentato Giovanni Paoletti, prorettore alla didattica dell’Università di Pisa – La loro partecipazione e i loro primi pareri ci dicono che l’Erasmus italiano è un’esperienza che può funzionare. Abbiamo provato a cogliere questa occasione per valorizzare le potenzialità del sistema universitario italiano e rafforzare le reti di collaborazione con altri Atenei o crearne di nuove, anche sul piano didattico. Quest’anno l’importante era rompere il ghiaccio”.
“Ma forse siamo riusciti a fare anche qualcosa di più – continua Paoletti – grazie all’impegno di tutti, a partire dai corsi di studio e alla Direzione didattica, e alla collaborazione con gli altri Atenei, in primo luogo Padova, Pavia e la Federico II con cui abbiamo l’accordo più ampio. Non mancano i problemi, a partire dalla difficoltà abitativa, ma gli studenti e le studentesse che sono oggi da noi hanno mostrato motivazione e trovato soluzioni. Alcuni di loro rimarranno a Pisa anche oltre il periodo previsto dalla mobilità, per completare il lavoro”.
“Per il prossimo anno accademico – conclude Paoletti - sono previste maggiori risorse da parte del Ministero e come Ateneo stiamo ampliando le convenzioni in essere, mentre altre sono in dirittura d’arrivo. Si parte sempre da un accordo preliminare fra i corsi di studio, in modo che studentesse e studenti si inseriscano in un contesto pronto ad accoglierli, con obiettivi precisi. In particolare, per chi fa il percorso magistrale, usufruire di un soggiorno mirato in un altro Ateneo e conoscere un’altra realtà accademica può essere un importante valore aggiunto a livello di formazione e di esperienza universitaria in generale”.